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Obon, la Festa delle Lanterne

L’Obon (お盆) o semplicemente Bon (盆) è una ricorrenza giapponese le cui date variano a seconda della zona del Giappone. Innanzitutto possiamo dire che esistonoalmeno“due obon”: shichigatsu bon (l’obon di luglio, il 15 luglio) e hachigatsu bon (l’obon di agosto, il 15 agosto). Il primo è festeggiato nella zona del Kanto e in parte del Touhoku (il nord della grande isola dell’Honshuu), quindi riguarda importanti città come Tokyo, Yokohama, Shizuoka, Kanazawa, Hakodate… Il secondo riguarda tutto il resto del Giappone, salvo poche eccezioni. Nelle isole di Okinawa, ad esempio, è una festa mobile la cui data è stabilita in base all’antico calendario lunare (può “spostarsi” addirittura a settembre). In alcune, poche, città si festeggia l’1 agosto. Ad ogni modo è una festività che copre più giorni, quindi ha poco senso parlare di un’unica data. Quest’anno l’hachigatsu bon, il più diffuso, si svolge tra il 13 e il 16 agosto.

Viene anche chiamata Festa delle Lanterne edè un’antica celebrazione Buddista in onore dei defunti.Il nome esatto dell’evento è 盂蘭盆 urabon, oggi “abbreviato” inBono, con il prefisso onorifico, inObon.

Di solito si fa risalire l’origine del nome al sanscrito e alla parola “Ullabana” che vuol dire “essere appeso o stare a testa in giù“. Indicherebbe una grande sofferenza (quella del vagare senza reincarnarsi). Secondo altri è una variante persiana che alluderebbe a qualcosa che “sta tra la vita e la morte”.

Un’antica leggenda racconta di un monaco buddista 木蓮“mokuren”, uno degli allievi del budda 釈迦 Shaka (Godama Siddarta), conosciuto anticamente per la sua capacità di avere visioni. In un giorno di agosto vide la propria madre defunta che soffriva per la fame. Il monaco chiese a Shaka cosa potesse fare per alleviare le sofferenze della madre. Shaka gli consigliò di offrire ai monaci cibo e bevande. Grazie al gesto generoso del figlio la madre trovò riposo (questa “versione della storia” spiega forse l’origine di Chuugen, di cui parlerò alla fine). Secondo un’altra versione cibo e bevande erano per la madre e dovevano aiutarla a sopportare la sofferenza (e tutt’ora, come vedremo più giù, si trovano offerte fatte direttamente ai defunti).

Questa storia venne tramandata nei monasteri per così tanto tempo che poi alla fine si trasformò in leggenda e ne venne istituito un vero e proprio culto dedicato ai propri antenati: il giorno dell’Obon appunto.

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